26.09.2024 Comunicato stampa

EXPORT, ASSOCONSULT: ITALIA NELLA TOP10 GRAZIE A QUALITÀ E INNOVAZIONE

Antonietti: “Ulteriore ricorso a nuove tecnologie può incrementare crescita del 30%” 
Assoconsult ha presentato oggi a Lecco, ospite di Confindustria Lecco e Sondrio, il 3° Rapporto Innovazione Italia 2024, realizzato dal Centro Studi Confindustria e con il contributo del Centro Studi Sole 24 Ore. “Dopo il successo dello studio dell'anno scorso sul settore della Meccanica, quest'anno abbiamo deciso di concentrarci sui settori del Made in Italy. Una scelta quasi naturale perché nell’ultimo biennio il tema del Made in Italy ha acquisito ulteriore rilevanza dopo esser stato inserito tra le priorità dell’agenda di Governo. Proporre questo verticale ci è sembrato il modo migliore per far sì che anche Assoconsult potesse dare il proprio contributo al dibattito in corso, arricchendolo con la prospettiva unica di chi assiste quotidianamente gli imprenditori nel superare le numerose sfide che il difficile contesto attuale impone.” Queste le parole di Alberto Antonietti Vicepresidente di Assoconsult con delega all’Innovazione. Dal Rapporto emerge che negli ultimi anni l'Italia ha dimostrato una notevole resilienza nel mantenere le proprie quote di mercato nell'export, nonostante uno scenario globale caratterizzato da instabilità e incertezze. Questa resilienza è il risultato della nostra capacità di offrire prodotti “buoni, belli e ben fatti” associati al Made in Italy e che continuano a essere apprezzati e richiesti in tutto il mondo. Grazie alla loro qualità, l’Italia ha conquistato il 4° posto a livello mondiale per quanto riguarda il valore delle esportazioni: infatti, le anticipazioni circa il recente andamento del nostro export indicano che nei primi sei mesi del 2024 l’Italia ha superato il Giappone e si è posizionata subito dopo Cina, Stati Uniti e Germania. Come indicato nello studio, l’Italia si posiziona al 4° posto anche per numero di mercati in cui esporta, cosa che rappresenta un chiaro indicatore dell’attrattività dei prodotti italiani a livello globale. “In questo momento storico per l’Italia difendere o addirittura accrescere la propria quota di esportazioni sui prodotti ad elevata qualità è più importante che mai. Per la continua crescita della nostra economia è infatti fondamentale puntare su settori come il Made in Italy dove abbiamo la possibilità di condurre una virtuosa competizione sul valore aggiunto e allontanarci da pericolose battaglie su prezzi e volumi”, ha continuato Antonietti.

Il Rapporto Assoconsult, realizzato dal team guidato da Tullio Buccellato Economista del Centro Studi Confindustria con il contributo di Andrea Gianotti del Centro Studi Sole24Ore, evidenzia come in un contesto internazionale sempre più difficile e incerto. Intercettare l’alchimia della domanda internazionale richiede sforzi sempre maggiori da parte delle imprese. La selezione dei mercati di sbocco è resa sempre più complessa dalla crescente conflittualità che spinge le imprese a guardare verso paesi più vicini e caratterizzati da relazioni diplomatiche stabili con la propria base di origine. L’Italia si conferma essere uno dei principali esportatori a livello mondiale. Ancora nel 2022 le principali economie per quote dell’export mondiale rimangono i colossi Cina (19,0%), Germania (8,5%) e Stati Uniti (7,9%). Sorprendentemente l’Italia si posiziona al 6° posto con una quota di mercato pari al 3,2%. Tra le economie europee l’Italia risulta al secondo posto, dietro solamente alla Germania. Un risultato sorprendente è il numero di mercati raggiunti dall’Italia, se si pensa che la Cina è in grado di raggiungere, con le sue esportazioni, poco più del 68% del totale dei mercati potenziali. L’export italiano raggiunge il 40,3% dei mercati potenziali, risultato eccezionale se si tiene conto della numerosità della popolazione italiana, circa il 4% di quella cinese. A livello mondiale, l’Italia si posiziona al quarto posto preceduta solo da Germania (45,5%), Stati Uniti (47,7%) e Cina. Inoltre le economie avanzate risultano i principali importatori dei prodotti italiani. Il maggior importatore di prodotti italiani è la Germania con una quota pari al 12,8%, seguita dalla Francia con una quota pari al 10.3% e dagli Stati Uniti con il 10.2%. “Ciò che le analisi di questo studio suggeriscono deve quindi suonare come un imperativo: alla qualità dobbiamo affiancare un maggior grado di innovazione, che include anche una migliore capacità di brevettare e quindi investire in R&D. Affinché ciò avvenga è fondamentale che le aziende del Made in Italy si impegnino ad innovare di più e che siano messe nella condizione di poterlo fare. - sottolinea Antonietti - È necessario implementare politiche di filiera mirate a stimolare l'innovazione, agevolare la transizione energetica, favorire aggregazioni e fusioni per creare sinergie e massa critica; ma è anche importante rafforzare gli investimenti in tecnologie avanzate, in particolare nell’intelligenza artificiale, come sottolineato anche nel recentissimo studio sulla competitività europea redatto da Mario Draghi.”

A difendere il Made in Italy dalla durissima concorrenza sui prezzi (per esempio quelli offerti dalle imprese cinesi) è diventato sempre di più l’elemento qualitativo distintivo, che li colloca in un segmento di mercato diverso anche all’interno delle medesime categorie merceologiche. Le produzioni italiane vanno ben oltre l’insieme di beni legati alle tre “F” di Fashion, Food e Furniture. La spina dorsale delle manifatture italiane è fatta di macchinari a elevato contenuto tecnologico, grazie ai quali il Paese si contende primati con Corea del Sud, Germania, Giappone e, negli ultimi anni, anche con la Cina. L’Italia è anche trai primi paesi esportatori al mondo di beni in ambito farmaceutico, nella chimica, in apparecchi ottici ad alta precisione e in componenti per autoveicoli. La maggior tenuta dell’export di qualità si evince anche guardando ai numeri. Infatti mentre la quota dell’export mondiale dell’Italia subisce un ridimensionamento pari circa al 25% tra il 2002 e il 2022, passando dal 4,6% al 3,2%, per i beni con qualità percepita uguale o maggiore al 75esimo percentile della distribuzione il calo è molto meno evidente, passando dal 4,7% al 4,2%. Inoltre ben sette settori su indici (tra quelli oggetto del report), sia nell’arco di 3 che di 5 anni, hanno avuto un ritorno degli investimenti superiore a un indice benchmark europeo preso a riferimento. Attraverso le evidenze di questo Rapporto Assoconsult rinnova l’impegno a mettere a disposizione l’esperienza e le competenze del settore della Consulenza per contribuire all’ulteriore successo del Made in Italy, vettore chiave della crescita di tutta la nostra economia. Conclude Antonietti: “Le azioni da intraprendere e le leve da attivare sono molteplici e diversificate, ma solo attraverso un approccio integrato e sinergico sarà possibile massimizzare l'impatto delle politiche e delle iniziative a sostegno dell'innovazione e della competitività del Made in Italy. Pertanto un altro elemento cruciale sarà quello di ridurre la frammentazione dei soggetti incaricati di favorire i processi di innovazione e promuovere una maggiore cooperazione tra la ricerca universitaria, le aziende e i principali centri di ricerca nazionali. Assoconsult e i suoi associati, per vocazione al fianco delle imprese per aiutarle nei loro processi di trasformazione ed innovazione continua, ambiscono ad essere un punto di riferimento autorevole in questo processo di rilancio e promozione dell'innovazione.”